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La cultura del Trentino alla conquista di Roma

 Una nuova mostra in arrivo al MART, record di visitatori al MUSE, e tante attività che coinvolgono il territorio come le scuole di musica per i giovani e un ottimo sistema bibliotecario. Nella capitale l'assessore Mellarini e il direttore del MART Maraniello per raccontare le politiche culturali della regione alpina ROMA – Una mostra, Realismo magico. L’incanto nella pittura italiana degli anni Venti e Trenta, in partenza tra pochissimi giorni nel museo-gioiello della regione alpina, investimenti sui giovani, associazionismo culturale, una rete di musei attiva e propositiva e un sistema bibliotecario che riesce a coinvolgere il 95% della popolazione regionale. La cultura del Trentino si presenta a Roma e sceglie una delle sue piazze più belle, piazza di Pietra, per raccontare le bellezze e le atmosfere di una regione dal paesaggio straordinario ma attrezzata anche di un’offerta culturale di prim’ordine, che si raggiunge più facilmente in treno da Roma che da Milano. L'assessore regionale alla cultura Tiziano Mellarini e il direttore del Mart, Museo di arte contemporanea di Trento e Rovereto Gianfranco Maraniello, hanno incontrato i giornalisti per fare il punto sullo stato dell’arte in Trentino. Quest’ultimo ha annunciato l’imminente inaugurazione della mostra Realismo magico spiegando che «si inserisce in uno dei filoni di ricerca che il museo ha scelto di approfondire negli ultimi anni proseguendo l’esplorazione avviata fin dall’estate 2016 con I pittori della luce. Dal Divisionismo al Futurismo a cui è seguita la grande antologica dedicata a Umberto Boccioni nel centenario della nascita. Nel 2017 altre due mostre ampliano questa riflessione: Un’eterna bellezza. Il canone classico nell'arte italiana del primo Novecento e, finalmente, Realismo Magico». Maraniello ha tenuto a sottolineare l’elemento della continuità nella produzione di mostre del museo che dirige, con grande soddisfazione, da due anni e mezzo. «Oggi ci sono tutte le migliori condizioni per programmare perché c’è continuità di progetto – ha spiegato – la mostra che stiamo per inaugurare si inserisce a pieno titolo nella programmazione sulla grande arte italiana del primo Novecento. Non si tratta di mostre episodiche, ma di veri e propri tesori dell’arte italiana da far conoscere perché troppo spesso misconosciuta in quanto associata ad un periodo politico molto particolare dell’Italia, quello del primo ventennio del secolo scorso». Nel sottolineare che «la cultura in Trentino vive su cinque piattaforme fondamentali» l'assessore regionale alla cultura Tiziano Mellarini ha fatto il punto sulla qualità della proposta culturale trentina che si poggi appunto su «una rete dei musei vivace e ben organizzata e un sistema di festival ormai conosciuti e apprezzati come il Festival di danza OrienteOccidente e il Trento Film Festival della Montagna» considerando però due fiori all’occhiello il coinvolgimento di oltre 6 mila giovani nelle scuole musicali del territorio e l’investimento operato in questi anni sul sistema bibliotecario ben radicato ovunque, senza dimenticare l’associazionismo culturale. Discorso a parte per il MUSE, il museo della scienza di Renzo Piano che, dal 2013, «ha toccato i 2 milioni e 400 mila visitatori e che punta a raccogliere sempre maggiori consensi di interesse e di visite soprattutto fra i giovani con attività a loro dedicate». Servizio fotografico di Jacopo Salvi {igallery id=8650|cid=779|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0} ...

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